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Tra una cazzata e l’altra la scuola è finita.
Ma non è quello che, principalmente, ci interessa.
Il punto è che non so bene quello che ci interessa.
Forse il centro di tutto è la disillusione, l’essere certi o l’avere almeno il sentore che tutto quello che si fa tenda ad essere fine a se stesso.
E non parlo di grandi ideali, di grande lotte o giuste cause, quelle non le seguo ormai da tempo.
Parlo di piccole cose quotidiane, di tante piccole cose quotidiane.
Sono spesso sospeso fra due distinte forze…una è la voglia di agire, in un modo o nell’altro, e l’altra è la non voglia di agire, una specie di coscienza che agisce per mezzo della noia e della stanchezza.
Forse non ha senso, ma è disillusione.
E’ credere di sapere che cosa è giusto e farsi dire che è sbagliato.
E’ il non avere voglia di impegnarsi, ancora e ancora, per qualcosa che comunque funziona lo stesso. Male, ma funziona.
E’ conoscere una persona sforzandosi di non avere pregiudizi e poi scoprire che quei preguidizi erano fin troppo leggeri.
Non credo di potere andare avanti così, ma mi prenderò l’estate per pensare.
Poi, a novembre, vedrò se uscire o no.