Bello il bianco, vero?

Bello il bianco, vero?
Deve essere splendido: luminoso, solare, pulito. Mi fa immaginare un grande prato, l’erba soffice ma robusta della primavera inoltrata che si schiaccia al contatto della pianta dei miei piedi….riesco quasi a sentire il solletico che mi farebbe….E poi il sole, non ancora troppo alto sull’orizzonte, che scalda leggero la pelle mentre un venticello lieve si porta via quel calore in più che farebbe sudare. Un bel profumo di violette nell’aria, una sensazione di dolcezza infinita.
Deve essere proprio bello il bianco, con le sue mille sfumature: è difficile averlo puro, perfetto, ma quando ci si riesce…be, deve essere una soddisfazione.
Poi il bianco contiene tutti i colori, no?
Dal rosso più cupo al verde più cristallino, passando per il violetto e il blu.”
Sorrise e bevve un altro sorso di the.
“Anche gli altri colori avranno il loro fascino, ma il bianco è diverso. Per alcuni il rosso è la passione, il grigio la tristezza, il blu la tranquillità. Ma nessuno ha come colore preferito il bianco, chissà come mai.
Lo so, è buffo sentire proprio me fare un discorso del genere.
Sarò menoso, credo, ma se uno ha una passione ha una passione, non c’è niente da fare. E’ un po’ come quando parli della tua fidanzata:la tua immagine di lei è diversa da quella che il resto del mondo ha. E’ un’immagine che racchiude molto di più di luci e colori, ha al suo interno il profumo dell’amore.”
Posò la tazza, ancora mezza piena, e distese le gambe sotto al tavolo. Fece un gran respiro, quasi uno sbadiglio, ma ripieno di strane sensazioni.
Lo guardai meglio in volto: aveva dei lineamenti duri nella mascella, quasi scolpiti, eppure il resto del viso era rilassante, tondeggiante ma non grasso con delle sopraciglia nere e folte, come i capelli, d’altronde.
Mi sorrise.
Un sorriso amaro, forse.
“Sei fortunato, ragazzo.
Fortunato come tutti i ragazzi della tua età: avete una vita di fronte, un sacco di belinate alle spalle ma una vita di fronte.
Hai delle doti da far fruttare, non lo dimenticare.”
Sorrise ancora una volta, con un piccolo sospiro.
“Bene, devo andare ora. Quando avrai voglia vienimi a trovare, mi farai piacere. Magari la prossima volta potresti spiegarmi com’è il bianco.”
Fece qualche passo avanti, appoggiandosi al suo bastone da ciechi.
“Anzi, no. Rovineresti di sicuro la mia immagine.”

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